Cos’è la Cassa Previdenziale?
Probabilmente i liberi professionisti e i lavoratori autonomi conoscono molto bene il significato e la funzionalità della propria Cassa Previdenziale. Tuttavia, è importante fare chiarezza. Soprattutto in questa fase dell’anno, in cui siamo tutti occupati a riordinare e analizzare i documenti fiscali. In vista della compilazione della Dichiarazione dei Redditi 2020. Inoltre, avere ben chiare le informazioni riguardanti la correttezza dell’impostazione del lavoro autonomo è molto importante per chi, magari appena laureato, si sta affacciando solo ora al mondo del lavoro. Gestire un’attività da libero professionista è certamente una scelta che dà soddisfazione e offre diversi vantaggi. Non si deve dimenticare, però, che questo comporta degli oneri molto precisi. Ossia la gestione puntuale e precisa della burocrazia. E della parte amministrativa del proprio operato. Che va trasmessa telematicamente sia alla Agenzia delle Entrate (con fatturazione elettronica) sia all’INPS. Con i versamenti alle Casse Previdenziali.

Risparmiare per la Pensione
La Cassa Previdenziale
La gestione burocratica dei lavoratori dipendenti avviene in automatico. In quanto, tasse e contributi pensionistici, vengono calcolati direttamente dagli Enti preposti. E scalati direttamente dalla busta paga. Che, infatti, contiene una cifra lorda e una netta. La tara tra i due valori è la quantità di denaro che viene girata direttamente alla Agenzia delle Entrate e all’INPS (o Ente equivalente in base al contratto). I lavoratori autonomi, invece, devono gestire da soli (o con l’aiuto di un Commercialista) tutto il discorso legato all’amministrazione burocratico-fiscale della propria attività. Va da sé, quindi, che le cose devono essere fatte con la massima precisione, puntualità e senza errori. Pena la possibilità di incorrere in sanzioni molto salate e di essere tacciati come evasori fiscali o potenziali truffatori ai danni del Fisco.
A cosa serve la Cassa Previdenziale
La Cassa Previdenziale è un fondo, dedicato ai lavoratori autonomi, nel quale accumulare i contributi a fondo pensionistico. Ossia quella cifra di denaro da depositare che, una volta che si deciderà di andare in pensione, garantirà un reddito mensile alla sussistenza.
Quanto si deve versare annualmente?
I contributi che ogni lavoratore autonomo deve versare nella propria Cassa Previdenziale sono di due tipi:
- soggettivo;
- integrativo.
Il contributo soggettivo è una cifra che, annualmente, viene stabilita in maniera percentuale in base al reddito dichiarato. Attenzione: non in base al fatturato, che è l’incasso lordo del professionista. Ma al guadagno netto. Ossia già stornato dalle spese sostenute e da eventuali quote di assistenza. Il contributo integrativo, invece, è in genere a carico dei clienti. Cosa vuol dire? Che nella fattura del professionista può comparire, a sua discrezione, la voce specifica di spesa accessoria. Che altri non è che un contributo previdenziale. Generalmente questo valore si attesta attorno al 4% della parcella. Tuttavia, può subire modifiche in base al tipo di professionista, alla prestazione, ai dettami vigenti nello specifico anno calcolati dagli Enti specifici. Sei interessato alla nostra soluzione di fatturazione elettronica FattureWeb?
Chi è obbligato a iscriversi alla Cassa Previdenziale?
Sono soggetti ad obbligo di iscrizione a Cassa Previdenziale tutti i professionisti, o lavoratori autonomi, per la cui professione esiste una Cassa specifica.

Medici, infermieri, psicologici, biologi…
Nella fattispecie:
- avvocati e procuratori legali;
- ingegneri e architetti;
- geometri in libera professione o con studio privato;
- notai;
- commercialisti;
- medici non impiegati nel settore pubblico ma che svolgono mansioni di libera professione;
- consulenti del lavoro;
- veterinari;
- agenti di commercio;
- farmacisti;
- giornalisti;
- industriali e periti;
- impiegati del settore agricoltura;
- psicologi;
- infermieri che lavorano in libera professione, quindi esclusi quelli assunti da aziende sanitarie pubbliche, convenzionate o private;
- impiegati nel settore commerciale marittimo;
- biologi.

Avvocati, architetti, periti, consulenti, agenti di commercio…
Tutti gli altri liberi professionisti, che non hanno a disposizione una Cassa specifica per la propria professione, sono invece tenuti a iscriversi alla Gestione Separata INPS. Che accoglie, appunto, i lavoratori senza Cassa ma che devono comunque devolvere una quota per l’assistenzialismo ed, eventualmente, accumulare contributi a scopo di pensione.
Cassa di Previdenza e fatturazione: come funziona
La Cassa di Previdenza accoglie i fondi che ogni lavoratore versa per i propri contributi pensionistici. Questi vengono calcolati direttamente sull’imponibile fiscale, come abbiamo detto nel paragrafo precedente. Quindi, per calcolare quanto versare, è necessario:
- conteggiare tutte le fatture emesse, che formano il ricavo annuo;
- sommare le fatture ricevute, che danno la somma delle spese ricevute;
- stornare dal ricavo la percentuale di spese coerente alla propria categoria lavorativa;
- calcolare la percentuale di dovuto alla Cassa di Previdenza sulla cifra ottenuta.
Quindi, per calcolare correttamente la cifra annua da versare è importante che le fatture siano corrette, presentate al Commercialista e adeguatamente compilate. Con la voce specifica che indica esattamente la percentuale, e la cifra, addebitata al cliente in quanto contributo integrativo. Questa percentuale può andare dal 2% (per esempio, per gli infermieri) fino al 5% (per periti e industriali).
Come funziona con la fatturazione elettronica?
Con l’avvento della fattura elettronica non sono cambiate le norme vigenti in materia di contribuzione alla Cassa Previdenziale. Quindi, basta inserire nella propria fattura digitale la voce, la percentuale e la cifra del contributo addebitato al cliente. Come se fosse una normale spesa accessoria. Il calcolo, se ci si affida a software o app specifiche, viene fatto in automatico. Basta specificare il valore percentuale e il netto a pagare. Dati che, in una fattura, devono obbligatoriamente essere presenti per ritenerla valida e corretta. Il Commercialista, poi, calcolerà l’esatta cifra da addebitare negli F24. Che sono i moduli con cui i lavoratori autonomi pagano ciò che devono allo Stato. Di contro, la Cassa Previdenziale effettuerà annualmente i conteggi e conserverà la cifra di denaro che, a tempo debito, sarà restituita al professionista sotto forma di pensione.
E per i professionisti senza Cassa di Previdenza?
Tutti coloro che non hanno a disposizione una Cassa specifica devono iscriversi alla Gestione Separata INPS. Che funziona esattamente pari modo a una Cassa di Previdenza. Tuttavia, in questo caso, cambiano le percentuali integrative in base alla tipologia di professione svolta e al suo relativo codice.
Contributi per maternità/paternità e pensione integrativa

Sussidio di maternità
Tutti i professionisti iscritti alle Casse Previdenziali possono, facoltativamente, versare delle quote supplementari per poter ottenere un assegno di maternità o paternità. Così come possono, a loro discrezione, incrementare il dovuto fino ad arrivare all’8,5% del fatturato dichiarato. Questo versamento aggiuntivo, e facoltativo, permette di ottenere, a tempo debito, un sussidio pensionistico più consistente. Un’alternativa alle assicurazioni pensionistiche private. Si può scegliere, in sostanza, di investire più soldi nella Cassa Previdenziale di competenza anziché stipulare un’assicurazione integrativa per la pensione.