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Esterometro: cos’è e quali sono tutte le novità per il 2020

Cos’è l’esterometro e come funziona

L’esterometro è uno degli strumenti introdotti dal Governo parallelamente all’obbligo di fatturazione elettronica e ha come obiettivo la lotta all’evasione fiscale che, dal 2019, passa anche attraverso un controllo più capillare delle transazioni effettuate da aziende, imprese e tutti coloro che detengono una Partita Iva. Nella fattispecie, lo spesometro estero, si concentra sul flusso d’affari che questi soggetti attuano con clienti non residenti sul territorio di residenza.

esterometro

Fatturare all’Estero

Fatturare all’estero: è possibile?

Tutti i cittadini italiani, che siano titolari d’azienda o semplici possessori di Partita Iva (inclusa quella Forfettaria) possono regolarmente lavorare con clienti esteri. L’importante è che la propria Partita Iva sia abilitata a farlo, ossia sia registrata al registro Vies. L’operazione è davvero semplice e può essere effettuata in qualsiasi momento sia presso gli sportelli dell’Agenzia delle Entrate, sia con l’ausilio dei Patronati sia in autonomia, online, affidandosi alle piattaforme dedicate all’utenza. Non ci sono limiti per quanto riguarda la vendita di servizi/prodotti all’estero, basta rispettare le regole e le norme in vigore sulla fatturazione. Ricordiamo che non tutte le fatture emesse all’estero sottostanno a obbligo di trasmissione telematica al SdI (anche se l’Agenzia delle Entrate consiglia fortemente di farlo ugualmente, per una questione di sicurezza sia da parte del lavoratore che da parte dell’Ente stesso). Ad esempio, se la merce inviata è accompagnata da bolletta doganale sarà quello il documento a cui fare riferimento anche ai fini fiscali.

Esterometro: cos’è

L’esterometro è lo strumento di controllo, verifica e tracciabilità che l’Agenzia delle Entrate utilizza per monitorare e controllare le transazioni e gli scambi tra lavoratori autonomi e aziende italiane verso clienti residenti all’estero.

Chi deve utilizzare l’esterometro:

  • tutti i lavoratori, o aziende, residenti in Italia che vendano servizi e prodotti all’estero, eccezione fatta per i prodotti che viaggiano con bolletta doganale e per gli aderenti al Regime Forfettario.

La comunicazione dei dati riferita all’esterometro, dal 2020, deve essere inviata entro la fine del trimestre successivo all’emissione della fattura. Questa è una novità di quest’anno. Infatti, nel 2019, la regola prevedeva che i dati relativi alle fatture estere dovessero essere comunicati mensilmente. L’emergenza Covid19, che ha costretto il Governo Italiano a rivedere molti punti riguardanti i lavoratori autonomi e le aziende, che si sono trovati in grosse difficoltà a causa del lockdown, ha infatti compreso anche alcuni cambiamenti riguardanti la burocrazia. Ai fini di rendere il lavoro dei liberi professionisti meno gravoso, macchinoso e favorire la semplificazione delle operazioni, in modo che questo risulti un ulteriore incentivo a una ripresa proficua.

I dati da fornire

Quali sono i dati da fornire all’Agenzia delle Entrate in materia di esterometro, ovverosia quando si trasmettono fatture inviate a clienti non residenti sul territorio di competenza?

  1. Anagrafica del venditore.
  2. Dati completi del cliente.
  3. Data di emissione.
  4. Numero progressivo.
  5. Data di registrazione del documento.
  6. Base imponibile.
  7. Percentuale IVA applicata.
  8. Codice imposta e tipologia dell’operazione, laddove necessario. O, in alternativa, la dicitura standard che dice che la fattura non è sottoposta a imposta.

Esterometro e modello INTRASTAT

L’esterometro è uno strumento diverso dal modello INTRASTAT, perciò non importa se la fattura emessa rientra già nella tipologia di documento del modello, i dati andranno comunicati anche tramite spesometro estero. Questo viene specificato nel sito dell’Agenzia delle Entrata e il mancato adempimento dell’onere è suscettibile di sanzione. Tuttavia, è possibile evitare l’utilizzo dell’esterometro nel caso in cui si scelga di fatturare elettronicamente anche le fatture estere. In questo caso l’operazione di scambio con l’estero diventa molto più semplice perché basterà indicare, sulla fattura, il codice destinatario specifico che è: XXXXXXX (7 volte X). A questo punto, basta trasmettere telematicamente la fattura elettronica in maniera tradizionale e sarà la stessa Agenzia delle Entrate ad archiviarla e registrarla, in automatico, come fattura estera.

Fatturare elettronicamente anche per l’estero? Cosa conviene fare nel 2020?

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Dollari

L’Agenzia delle Entrate, così come anche molti Commercialisti, sono molto chiari su questo punto. Tutti coloro che lavorano con clienti esteri, soprattutto se svolgono un numero importante di operazione, dovrebbero valutare attentamente l’opportunità di trattare le fatture estere al pari di quelle emesse e ricevute sul territorio di residenza. Fatturare elettronicamente, infatti, permette di snellire la burocrazia della propria azienda o professione, di evitare errori e di togliersi dalle spalle l’obbligo di trasmettere i dati all’esterometro trimestralmente, aggiungendo così lavoro a lavoro.

Fatturando elettronicamente le fatture estere:

  • decade l’obbligo di esterometro;
  • si utilizza il modello di fattura elettronica normale, avendo solo l’accortezza di aggiungere XXXXXXX come Codice Destinatario, di modificare eventualmente la percentuale IVA e di segnalare eventuali diciture standard;
  • la trasmissione delle fatture estere può avvenire tramite app e software gestionali per la fatturazione, così da rendere le operazioni più facili, semplici e veloci;
  • la fatturazione elettronica permette di effettuare verifiche precise e in tempo reale, soprattutto in caso di contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate o durante eventuali controlli fiscali.
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Fatturare Elettronicamente

Di fatto, la scelta di fatturare elettronicamente e di trasmettere tutti i propri documenti al SdI, anche laddove non ci sia l’obbligo, è una scelta in favore del lavoratore o dell’azienda, in quanto apporta diversi benefici, soprattutto in termini di risparmio di tempo e denaro. Sì, perché molto spesso l’esterometro è uno strumento complicato da usare, specie per chi ha grande grande esperienza professionale (start-up, giovani appena entrati nel mondo del lavoro, neofiti delle professioni autonome) e si finisce per dover richiedere l’aiuto e l’intervento del Commercialista che, naturalmente, lavorerà sotto parcella. Invece, la fattura elettronica è uno strumento molto semplice da utilizzare, soprattutto se si sceglie di scaricare un’app specifica, che permette di inviare fino a 100 documenti annui totalmente gratis e, successivamente, acquistare dei pacchetti personalizzati a prezzi convenienti.

Sanzioni previste per errori con l’esterometro

Come accade per tutti gli errori burocratici, anche quelli compiuti con l’esterometro sono soggetti a sanzioni. Ecco perché è importante organizzare al meglio la fatturazione estera, proprio per evitare di dover sprecare soldi per multe assegnate per errori di distrazione, di incompetenza o di tempistica. Le sanzioni previste sull’esterometro ammontano a 1 euro su ogni fattura entro i 1000 euro e 2 euro per quelle che sforano questa cifra di netto a pagare.

Maria MonacoEsterometro: cos’è e quali sono tutte le novità per il 2020

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