News

Fattura semplificata: cos’è e quando è possibile emetterla

Fattura semplificata 2020

Sappiamo che, anche per il 2020, è stato confermato l’obbligo di fatturazione elettronica per tutti i detentori di Partita Iva, ad esclusione degli aderenti al Regime Forfettario, con le stesse linee guida stabilite nel corso dello scorso anno. Tuttavia si parla ancora molto di fattura semplificata, procedura che serve a snellire alcune operazioni burocratiche e rendere la vita più semplice a imprenditori e liberi professionisti, ma che ancora non è del tutto chiara a molti. Di cosa si tratta? Quando si può emettere? Va comunque trasmessa telematicamente? Quali sono le eccezioni? E i vantaggi? Queste, e molte altre risposte, le troverai nel corso di questo articolo. Continua a leggere!

fattura semplificata

Fatturazione 2020

Cos’è una fattura semplificata

Si tratta, in poche parole, di una fattura che non necessita di contenere tutti i dati invece obbligatori in quella tradizionale, o classica che dir si voglia. Infatti, nella fattura semplificata, si può fare a meno di inserire tutti i dati anagrafici completi del cliente, in quanto basterà identificarlo con il suo Codice Fiscale, se si sta vendendo a un privato che non ha professione autonoma, o Partita Iva, se invece si fanno affari con aziende, imprese o lavoratori autonomi. Gli altri dati, invece, vanno comunque inseriti. Li ricordiamo velocemente:

  • data di emissione;
  • numero progressivo;
  • intestazione del venditore, con o senza logo;
  • elenco dei servizi/prodotti con prezzo unitario e totale;
  • esplicazione dell’IVA;
  • totale;
  • metodo di pagamento.

Quando si può emettere la fattura semplificata

La fattura semplificata può essere emessa solo in due casi:

  • quando il totale fatturato, incluso di IVA, non supera i 400,00 euro;
  • laddove si emetta fattura per rettificarne una emessa precedentemente, in modo totale o parziale, in questo caso senza limitazione di importo.

Questo significa che, se si vendono beni o servizi per un importo non superiore a 400,00 euro, l’esercente potrà avvalersi della modalità semplificata di fatturazione, utilizzando anche semplicemente il registratore di cassa ed evitando di inserire tutta l’anagrafica del cliente. Può essere il caso di ristoratori, lavoratori autonomi che offrono servizi e prodotti a prezzi contenuti, strutture di benessere, estetica, medicina o sport. In poche parole tutte quelle prestazioni che necessitano di fattura e non semplice scontrino fiscale ma che hanno un importo relativamente basso.

La fattura di rettifica

fattura semplificata

Fatturazione

Il secondo caso è leggermente più complesso perché parliamo di fatture di rettifica. Cosa sono? Sono quei documenti fiscali che si emettono per andare ad annullarne uno, o più, emessi in precedenza. Qualche esempio?

  1. Resi.
  2. Rimborsi.
  3. Errori di fatturazione contestati, per esempio l’emissione di una fattura con un determinato prezzo, contestato poi dal cliente e che necessita di un rimborso.
  4. Situazioni similari o equiparabili a quelle elencate fin qui.

In questo caso, prima di rendere i soldi al cliente, è necessario emettere un documento che certifichi l’avvenuta transazione in passivo. Perciò bisogna emettere una fattura a segno meno, che vada ad annullare parzialmente o totalmente la cifra fatturata precedentemente. Questo è molto importante, altrimenti, per il Fisco, risulterà che l’esercente ha incassato denaro che, effettivamente, ha invece reso, e tale cifra andrà a comporre l’imponibile fiscale. Per farla semplice: se non si emette fattura di rettifica in caso di reso o rimborso, si rischia di pagare le tasse anche su soldi che effettivamente non sono entrati in cassa.

Attenzione!

Nel caso di emissione di fattura di rettifica, semplificata o meno, è importante specificare che si tratta, appunto, di un annullo di fattura precedente. Quindi andranno elencati, nel documento, tutti i beni o servizi per i quali si è effettuato il rimborso con tanto di prezzo unitario e totale e, nelle note, va inserito il numero (o i numeri) delle fatture originali rettificate.

Quando non può essere utilizzata la fattura semplificata

La fattura semplice non può essere usata se:

  • l’importo fatturato supera i 400,00 euro;
  • la transazione avviene con un cliente residente al di fuori del territorio, in quanto le normative sull’IVA variano da Paese a Paese e, quando si fattura, bisogna sempre farlo tenendo conto di quelle vigenti nel Paese di residenza del cliente.

Quando si emette fattura semplificata bisogna utilizzare comunque la fattura elettronica?

Sì, la fattura semplificata può tranquillamente essere emessa sottoforma di fattura elettronica. E’ possibile utilizzare il modello classico, ossia quello che si usa comunemente per fatturare, oppure crearne uno apposito da utilizzare laddove ci sia necessità di emettere fattura semplice. Naturalmente, anche questo documento va trasmesso al SdI, e di conseguenza all’Agenzia delle Entrate, esattamente come si fa con tutti i documenti fiscali emessi e ricevuti. Se si tratta di fattura da incasso verrà conteggiata come normale ricavo da aggiungere agli altri, se si tratta di rettifica verrà stornata come se fosse una spesa. Anche le fatture di rettifica, quindi, contribuiscono a scalare l’imponibile fiscale, cifra sulla quale verranno poi conteggiate le tasse dovute allo Stato nel corso dell’anno successivo.

fattura semplificata

Fattura di Rettifica

I vantaggi della fatturazione semplificata

Si tratta principalmente di risparmio di tempo. Soprattutto per chi ha un’attività che lo costringe ad eseguire molte transazioni al giorno. Pensiamo ad esempio a esercizi commerciali, studi associati, studi medici, palestre, saloni di bellezza, tutte le strutture che accolgono molti clienti ogni giorno. Naturalmente, in questo caso, si parla di prestazioni che molto spesso rientrano nel limite dei 400,00 euro e che, infatti, vengono spesso certificate con scontrino fiscale o ricevuta semplice. Laddove però il cliente voglia fattura, sia per scaricarla in quanto possessore di Partita Iva sia per altri fini (ad esempio scalarla come spesa medica al momento del 730 o per utilizzarla a fini assicurativi, ecc) è pratico e utile poter compilare il documento velocemente, così da accelerare le operazioni di check-out ed evitare file in cassa.

E’ obbligatorio avvalersi di questo tipo di fatturazione?

No. Se l’esercente preferisce può tranquillamente fatturare qualsiasi cifra utilizzando il modello classico, ossia la fattura che prevede la compilazione totale di tutti i dati del cliente. La fattura semplificata è uno strumento opzionale, reso legittimo e legale proprio per aiutare, come dicevamo prima, gli esercenti a smaltire più velocemente le operazioni di pagamento, ottimizzando così i tempi e gestendo meglio la propria clientela. Altrettanto in caso di fattura di rettifica: può essere emessa in modalità classica ma c’è anche la possibilità di farla semplificata, così da velocizzare l’operazione e renderla più scorrevole, cosa molto utile soprattutto quando si ha a che fare con un cliente che chiede resi o rimborsi e, quindi, mostra già segni di scontento.

Le fatture semplificate possono essere gestite con le app per fatturazione?

Certamente. Trattandosi di regolari fatture, seppure con diciture meno consistenti e più basiche, possono essere tranquillamente gestite con l’app o il software di fatturazione che si usa normalmente.

Maria MonacoFattura semplificata: cos’è e quando è possibile emetterla

Related Posts