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Regime Forfettario 2020: cos’è e chi vi può aderire

Regime Forfettario 2020: cos’è

Il Regime Forfettario 2020, approvato anche per quest’anno fiscale, sebbene con alcune novità di cui parleremo più avanti, non è altro che il nuovo metodo contributivo che ha sostituto quello che, una volta, si chiamava “regime dei minimi”. Si tratta di una Partita Iva agevolata, che prevede minori percentuali di onere fiscale, destinato ai piccoli lavoratori autonomi, ai giovani, alle start-up e a chi fattura meno di 65.000 euro annui. Una misura che serve ad incentivare l’imprenditoria, soprattutto giovanile, e che permette a diverse categorie di liberi professionisti di poter lavorare in maniera autonoma pur non raggiungendo grandi volumi d’affari.

Quando è una buona idea avvalersi del Regime Forfettario?

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Partita Iva Agevolata per Giovani e Start-Up

La prima cosa da dire è che chi desidera aprire una Partita Iva può sempre avvalersi di quella tradizionale. A prescindere dall’età, dal tipo di professione autonoma che si desidera svolgere e dal volume d’affari che si prevede di gestire. Tuttavia, i liberi professionisti che posseggono i requisiti, possono scegliere liberamente di iscriversi al Regime Forfettario, laddove le condizioni di questa tipologia contributiva rappresentino un vantaggio per il singolo caso.

Ad esempio:

  • coloro che prevedono di avere volumi d’affari modesti, magari perché la libera professione rappresenta un secondo lavoro o un reddito derivante da hobby, arti, passioni;
  • i giovani con età inferiore a 35 anni che aprono per la prima volta una Partita Iva e che non hanno mai lavorato nello stesso ambito prima di quel momento;
  • le start-up.

Quali sono i requisiti per poter accedere e restare in Regime Forfettario 2020

Per poter rimanere in Regime Forfettario 2020 bisogna necessariamente avere i seguenti requisiti:

  • essere una persona fisica, lavoratore autonomo o titolare di attività (le aziende devono necessariamente aprire Partita Iva tradizionale);
  • non aver guadagnato/fatturato oltre 65.000 euro durante l’anno fiscale precedente;
  • poter dimostrare di non aver sostenuto spese per la propria attività, durante l’anno fiscale precedente, oltre i 20.000 euro lordi.

Chiunque abbia una Partita Iva Forfettaria e, nel corso del 2019, abbia sforato questi numeri, passerà direttamente alla Partita Iva tradizionale, anche se non sono scaduti i termini legati all’età o alla durata dell’agevolazione.

Aprire una Partita Iva in Regime Forfettario 2020: chi può farlo?

Per quanto riguarda i nuovi lavoratori autonomi, ossia coloro che intendono aprire una Partita Iva in Regime Forfettario 2020 in questo momento e intraprendere una nuova carriera professionale, ecco quali sono i requisiti per poterlo fare:

  • non aver mai espletato funzioni simili alla professione che si desidera svolgere, quindi non avere altre Partite Iva aperte (anche se chiuse anni fa) con gli stessi codici Ateco;
  • avere meno di 35 anni;
  • non aver percepito compensi lordi annui superiori a 65.000 euro e speso oltre 20.000 euro lordi nell’anno precedente;
  • fare parte di precise categorie professionali.

Quali sono le categorie professionali che possono aderire o restare nel Regime Forfettario

  • venditori, rappresentati o titolari di impresa nel settore alimentare/bevande;
  • commercianti di ingrosso o dettaglio;
  • ambulanti;
  • liberi professionisti, venditori o procacciatori d’affari nel campo della compravendita immobiliare;
  • intermediari commerciali;
  • autonomi del servizio alloggio e ristorazione;
  • professionisti nel settore medico, scientifico, sanitario, finanziario, bancario, assicurativo, didattico;
  • artisti;
  • produttori di opere d’ingegno che vengono cedute senza diritti d’autore;
  • tutte le altre professioni autonome coerenti con il Regime Forfettario 2020 a patto di non superare un fatturato annuo superiore a 65.000 euro.

Attenzione: se si desidera svolgere più professioni, quindi utilizzare diversi codici Ateco, il conteggio del fatturato annuo per stabilire la possibilità di restare all’interno del Regime Forfettario 2020 deve fare riferimento alla somma di tutti gli introiti. Quindi, di tutte le fatture emesse nell’arco dell’anno fiscale, derivanti da tutte le attività svolte.

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Professionisti, Creativi, Consulenti, Venditori, Ambulanti…

Come funziona il Regime Forfettario 2020

Prima di scegliere di aderire o meno all’opzione del Regime Forfettario, è bene capirne esattamente il funzionamento, così da poter valutare con cognizione di causa se questa tipologia di contribuzione è conveniente per la propria situazione soggettiva. Chi ha Partita Iva Forfettaria, innanzitutto, non può scaricare le fatture in entrata come “spese”. Ogni anno, in base al codice Ateco di iscrizione, verrà scalato dal suo imponibile fiscale una percentuale fissa ossia la somma che, secondo lo Stato, è la media delle spese sostenute per il tipo di attività dichiarata.

Il primo consiglio è, quindi, il seguente: se si pensa di dover sostenere molte spese per portare avanti adeguatamente la propria professione, forse conviene rifiutare l’opzione del Forfettario e scegliere Partita Iva classica. In questo modo, infatti, si potranno scaricare le fatture dei propri fornitori, ridurre il proprio imponibile fiscale e, di conseguenza, il netto a pagare al Fisco sotto forma di tasse.

Quanto costa il Regime Forfettario

Il Regime Forfettario, come dice la parola stessa, si basa sul concetto di “forfait”. Da un lato, viene scalato dal fatturato dichiarato una somma fissa che rappresenta le spese sostenute. Dall’altro, viene applicata al fatturato netto un’imposta sostitutiva del 5%. Questa imposta ha validità per i primi cinque anni dalla data di apertura di Partita Iva, dopodiché passerà automaticamente al 15%. A questa cifra vanno sommati, naturalmente, i contributi dovuti alla Cassa di Previdenza o alla Gestione Separata INPS. Per quanto riguarda i pagamenti, chi aderisce al Regime Forfettario 2020 può pagare in due rate annue (acconto e saldo) o rateizzare il dovuto fiscale nel corso dei mesi del secondo semestre dell’anno.

Obblighi in capo ai professionisti iscritti al Regime Forfettario

  • Scrivere sulle fatture la dicitura: “operazione effettuata ai sensi dell’art. 1, commi da 54 a 89 della Legge n. 190/2014, e articolo 1, commi da 111  a 113, della Legge n. 208/2015, e s.m. – Regime Forfettario“.
  • Applicare sulla fattura cartacea il bollo da euro 2,00 per tutte le fatture superiori a 77,47 euro.
  • Conservare tutte le fatture emesse (quelle ricevute no, in quanto non servono ai fini fiscali, non essendo cumulabili per lo storno dall’imponibile fiscale).
  • Certificare i corrispettivi.

Chi è in Regime Forfettario non ha alcun obbligo di trasmissione telematica delle fatture. Quindi non deve emettere né trasmettere fattura elettronica. Tuttavia, se si pensa che fatturare elettronicamente possa essere un vantaggio (ad esempio per poter disporre dell’archivio, per tenere meglio traccia dei propri compensi e dei propri pagamenti al Fisco) è possibile farlo, opzionalmente. Anzi, è in vigore una campagna di sensibilizzazione da parte delle Agenzie delle Entrate che incentiva l’adesione spontanea alla fatturazione elettronica anche per chi non ne ha obbligo. Il tutto sempre per monitorare più accuratamente possibile le transazioni tra privati e contenere la possibilità di evasione fiscale.

Dichiarazione dei Redditi per Regime Forfettario 2020

Chi ha Partita Iva Forfettaria deve compilare il Modello Unico (dei Redditi) annualmente, come tutti i liberi professionisti. Questo si può fare autonomamente, utilizzando gli strumenti messi a disposizione dal sito dell’Agenzia delle Entrate o utilizzando software o app specifiche. In alternativa è possibile farsi compilare gli F24 dal proprio Commercialista o dagli Uffici che offrono il servizio, ad esempio Patronati o Uffici Sindacali. Naturalmente, se si desidera l’ausilio di terzi per la compilazione dell’Unico, il servizio è a pagamento, in base al listino prezzi esposto dal professionista o dall’ufficio di competenza.

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Modello Unico 2020

Cosa va dichiarato nell’Unico, se si è titolari di Partita Iva in Regime Forfettario 2020

  • Il reddito lordo percepito nell’anno precedente dalla professione a cui fa riferimento la Partita Iva, quindi la somma di tutte le fatture emesse, dalle quali verrà stornata la percentuale fissa di spese ipotetiche in base al codice Ateco.
  • Tutti i redditi eventuali fatturati con ritenuta d’acconto, incluse vendite di diritti d’autore, opere d’ingegno, prestazione occasionale o di artigianato o consulenza, che andranno conteggiate sotto la voce “redditi diversi”.
  • Redditi derivanti da altre attività che, se già sottoposte a pagamento di tasse con altri moduli, non influiranno comunque sulla Dichiarazione dei Redditi.

Non vanno incluse nell’Unico: le spese di mantenimento per sé e i figli da parte dell’ex coniuge, i bonus statali ottenuti per condizioni soggettive, gli assegni familiari nel caso si percepissero per condizioni di estrema indigenza o situazioni particolari, le pensioni percepite da conviventi minori, ad esempio invalidità di uno o più figli

 

Maria MonacoRegime Forfettario 2020: cos’è e chi vi può aderire

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